
Lo Staccato Breathing
Per potenziare la respirazione è necessario lavorare con apposite tecniche energetiche sui blocchi al respiro stesso.
Pierrakos, prendendo spunto dal suo primo maestro W. Reich, ha sviluppato una serie di tecniche di respirazione molto efficaci tra le quali spicca lo staccato breathing.
La respirazione “a staccato” consiste di un movimento del corpo che, posizionato su di rullo, si muove dal basso verso l’alto, coordinando il movimento con una sequenza di respiri eseguiti consapevolmente.

La respirazione “a staccato” è una respirazione profonda (prevede da 8 a 6 o anche meno cicli al minuti) che viene coscientemente praticata coinvolgendo cinque differenti segmenti del corpo in precise sequenze consecutive:

Come sappiamo, la normale respirazione è caratterizzata da una fase di inspirazione (nella quale l’aria entra nei polmoni mentre il diaframma si contrae e scende verso lo stomaco) e da una fase di espirazione (nella quale l’aria esce dai polmoni mentre il diaframma si rilassa e torna nella normale posizione), mentre non si pone alcuna attenzione alla fase di riposo;
la respirazione spontanea prevede una media di 16/18 cicli completi al minuto mentre la funzionalità dell’intero sistema respiratorio è a un livello minimo.

Respirazione sequenziale a staccato
- pavimento pelvico: aumento della pressione intraddominale per raggiungere una distensione della muscolatura pelvica (spinta verso il basso)
- addome: espansione in avanti dei muscoli addominali, mentre il bacino si inarca all'indietro (spinta verso l’esterno)
- petto: espansione della gabbia toracica, mentre il torso si inarca all'indietro (spinta verso l’esterno)
- gola: inalazione profonda nel segmento toracico superiore, mentre il collo va in lordosi cervicale (spinta verso l’alto)
- cervello: l'espansione trasversale degli emisferi cerebrali indotta dalla membrana cerebrale e dal movimento congiunto
- sfeno-basilare: entrambi agendo sulla cavità cranica. Movimento respiratorio primario. La testa va in flessione. Trattenere il fiato il più a lungo possibile.
La sua funzione è quella di aumentare la quantità di ossigeno assunto attraverso i polmoni, aumentando la lunghezza del ritmo respiratorio.

Consiste in prolungate emissioni di aria proveniente dai polmoni mentre i muscoli cervicali e diaframmatici si rilassano.
L’intero corpo è coinvolto in una contrazione data da un’onda energetica che guida i differenti segmenti in movimenti opposti: la testa va in estensione; il petto crolla, esalando diossido di carbonio; e il bacino si muove in avanti, mentre i muscoli addominali vanno in profonda contrazione.
La stasi inizia quando il bacino e i muscoli addominali si rilassano e l’intero corpo si arrende al piacere del flusso di energia vitale che si manifesta anche con movimenti involontari del corpo, soprattutto nelle gambe (tremore muscolare o formicolio).
Quando questo impulso di vita ha raggiunto tutto il corpo (dalla testa ai piedi), ci si sente come se fosse davvero possibile parlare di unità psicosomatica.
Una delle principali caratteristiche di questo tipo di respirazione è il suo tempo.
L’inalazione attraverso il naso non è regolare; piuttosto è intermittente, in una modalità “a staccato” e volutamente rivolta a un segmento del corpo dopo l’altro.
In pratica possiamo visualizzarla come un’onda che prima si dirige verso il basso (per espandere il pavimento pelvico) dopo verso l’esterno (per espandere i muscoli addominali e la gabbia toracica), e infine verso l’alto, dalla parte alta del torace fino alla testa.
Questo tipo di respirazione cerca di ripristinare il ritmo naturale del corpo che è stato represso dai condizionamenti sociali.
Ogni tipo di costrizione interferisce con il movimento fisiologico del corpo, quindi si determina una restrizione che porta all’inversione della naturale contrazione-espansione dell’intero corpo.
Qui non mi riferisco solo al modello di respirazione polmonare, ma anche al concetto osteopatico di "respirare con tutto il corpo".

1. Una respirazione detta anche in 5 tempi, creata da John Pierrakos.
2. Il rullo, secondo Pierrakos, meglio del cavalletto bioenergetico di Lowen è diventato lo strumento ideale per questo esercizio: la persona è in controllo del suo movimento, è vicina a terra con il suo corpo e con piedi poggiati (poiché il rullo è, al massimo, alto 30 cm), e si trova nella posizione migliore per approfondire ed espandere il torace mentre il bacino si muove liberamente. In realtà, si respira mentre si muove su e giù con la colonna vertebrale sul rullo, inarcandosi e allungando il busto.
3. Traduzione, da Core Energetics Institute of New York, 1999.
Bibliografia
A. Lowen, La spiritualità del Corpo, Astrolabio
Alexander Lowen La Voce del Corpo, il ruolo del corpo in psicoterapia , Astrolabio, 2009
Alexander Lowen, Bioenergetica, Feltrinelli, 2004
Hoffmann e Gudat, Bioenergetica, Red Edizioni, 2004
F. Padrini, Esercizi di Bioenergetica, Xenia, 2007
J. Grossman, Vivere e Amare, Crisalide, 1997
Totton e Edmondson, Terapia Reichiana, Red, 1999
U.Galimberti, Dizionario di psicologia, Garzanti, 1999
Rosenzweig e altri, Psicologia Biologica, Ambrosiana, 2009
Grounding: la rivista italiana di analisi bioenergetica Pubblicato da Franco Angeli
Nicola Sensale, 2015
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